I Lapicidi di Cenova
Sarebbe riduttivo definire gli scalpellini di Cenova "tagliatori di pietra"; perché erano veri e propri artisti che non si limitavano a tagliare e squadrare l'ardesia, ma creavano con essa opere d'arte.
Gli scalpellini lavorarono, oltre che nelle valli limitrofe, anche in Val Roja, da Tenda a Briga. Quella dei lapicidi viene definita una scuola, perché mostra caratteristiche e stili di lavorazione comuni: in realtà esistevano delle botteghe guidate da un capomastro, di solito il capofamiglia, mentre i figli svolgevano il ruolo di garzoni e a poco a poco imparavano l'arte dei loro padri. Le famiglie più importanti della scuola erano i Valenzo e gli Arrigo. I lapicidi si diffusero nella valle di Rezzo verso la fine del XV secolo: i primi lavori loro attribuibili sono semplici ma nel tempo acquisirono tecniche e abilità sempre migliori e più raffinate, che permisero loro di ottenere committenze importanti.
Ancora oggi le loro opere abbelliscono sia le case private di famiglie benestanti sia le chiese; i portali erano senza dubbio i più richiesti ma anche i capitelli, le tombe e i motivi ornamentali dei palazzi nobili sono numerosi. Le opere degli scalpellini di Cenova erano caratterizzate da rappresentazioni di vasi di fiori, frutti, cornucopie, coppe, calici, scudi araldici, teste di leone, draghi e delfini.
La loro presenza iniziò a diminuire verso gli inizi del XVII secolo, fino, purtroppo, a scomparire. Le loro opere, tuttavia, sfidano il tempo da secoli e si lasciano ancora ammirare.
Cenova è un vero museo a cielo aperto: camminando tra i caruggi si ci imbatte continuamente nell'arte dei lapicidi: i lavori più emblematici si trovano però nella sacrestia della chiesa parrocchiale. Per conoscere il modo di lavorare, gli strumenti e i materiali è possibile visitare il museo e se si desiderasse commissionare una piccola o grande opera ci si può rivolgere alla signora Nadia Albavera che continua questa tradizione!